Dalle stalle alle stelle… e ritorno!
Grazie all’intervento del nostro AD, Mario Bonaita, insieme alla rivista CiBi, spiegheremo gli impianti di biogas sono l’energia buona per il futuro.
Su questo principio si stanno progettando impianti biogas anche per i transatlantici al fine di sfruttare e riconvertire tutti gli scarti sulle navi da crociera.
Ecco di seguito l’intervista che potrete anche scaricare a fine pagina.
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La curiosità è nata leggendo un’intervista a Norbert Niederkofler, lo chef tre stelle del St. Hubertus, il ristorante dell’Hotel Rosa Alpina di San Cassiano (Bolzano). “Lo sa quanti rifiuti organici produce una nave da crociera con 8 mila passeggeri? Ogni anno 120 mila tonnellate di umido, in gran parte buttato in mare. Adesso Costa Crociere farà a bordo il biogas con l’umido. Se non cominciamo a cambiare, ai nostri figli non lasceremo un bel mondo…” Ma come è possibile questa trasformazione? Come fanno i liquami e gli scarti di una nave da crociera a diventare fonte di energia per il suo stesso funzionamento?
«Nel 2022 si prevede che il mercato del biogas globale raggiungerà un valore di quasi 30 miliardi di dollari. – racconta Mario, AD di Air Bonaita SpA, società specializzata in impianti e automazione industriale – Questa fonte di energia rinnovabile è in crescita grazie alla sua convenienza economica e alla sua capacità di ridurre le emissioni di gas serra. Inizialmente si utilizzava questa tecnologia solo su grandissime biomasse, oggi è possibile impiegarla anche su fonti ridotte.»
La forza del biogas
Il biogas si ottiene da biomasse di diversa provenienza, sia vegetale (scarti della produzione), che animale (letame) che vengono stoccate in fermentatori dove sono decomposte dai batteri mediante un processo di digestione anaerobica e tenute a temperatura costante. Da questo processo chimico si sprigionano biogas e calore, mentre il digestato, cioè la massa rimanente, viene riutilizzato per concimare i campi.
«Questo processo naturale ha però bisogno della tecnologia perché il biogas prodotto – racconta Mario – è saturo di vapore acqueo e di numerose impurità che devono essere eliminate sia per fornire un gas completamente pulito e sicuro, sia per proteggere motori e componenti degli impianti. Il biogas prodotto in digestori anaerobici e discariche contiene schiume, particelle solide in sospensione, grassi, particolato e altri contaminanti che devono essere rimossi dal gas mediante sistemi di filtraggio appositamente progettati prima di raggiungere eventuali apparecchiature o condutture a valle. In particolare, occorre eliminare i silossani, sostanze contenute in numerosi detergenti e cosmetici, che risultano altamente abrasivi per tutte le apparecchiature coinvolte nel processo produttivo.»
La curiosità destata dallo chef pluristellato è soddisfatta ed è bello sapere che tutto l’ambiente, dalla profondità degli oceani al cielo stellato, sarà più protetto grazie a questa tecnologia.
Flavio Merlo
flavio.merlo@unicatt.it