Azoto mon amour…
L’azoto è elemento fondamentale nella filiera agroalimentare: a partire dal terreno di coltivazione, fino alla conservazione in atmosfera modificata e alla preparazione di alcuni alimenti come il gelato.Il nostro AD, Mario Bonaita, insieme alla rivista CiBi, hanno l’importanza dell’azoto nella filiera alimentare.
Ecco di seguito l’intervista che potrete anche scaricare a fine pagina.
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Era ovunque – compone i quattro quinti dell’atmosfera – ma nessuno lo conosceva, circondava tutto – un’immaginaria colonna di aria sopra un terreno di 100 metri quadri contiene quasi 800 tonnellate di questa sostanza – ma non aveva un nome, finché… Mancavano due anni allo scoppio della Rivoluzione francese quando il chimico Lavoisier, il padre della chimica moderna, diede un nome a quello strano gas: “a-zoto” ovvero “senza vita”. Togli l’ossigeno, lascia l’azoto e la vita muore oppure… Oppure si conserva integra e pura!
Ho “incontrato” l’azoto lavorando con Air Bonaita SpA: una sera, a cena, ho scoperto che un’impresa tradizionalmente meccanica stava lavorando per migliorare la filiera del cibo, commercializzando generatori di azoto. Da quel giorno l’azoto è diventato un must dei miei pensieri, un impalpabile oggetto che dovevo conoscere meglio per comprendere fino in fondo le novità e le tendenze della filiera agro-alimentare.
Tre modi di essere… azoto
Il primo dato è che il “guardaroba” dell’azoto è assai diversificato; quando incontra la filiera, non solo cambia status e diventa un additivo alimentare (per gli amici E941), ma si presenta con diversi abiti: casual allo stato liquido per permettere la crioconservazione, in abiti da lavoro allo stato organico per alimentare il terreno, ed elegante allo stato gassoso per proteggere e conservare gli alimenti.
Liquido
Quando fa molto, molto freddo, -200 C°, l’azoto è allo stato liquido e conserva gli alimenti grazie a un processo di congelazione istantanea che trova la sua declinazione più semplice nella produzione del gelato. Gli ingredienti, assolutamente naturali, vengono mescolati dentro una planetaria, quindi si versa l’azoto
liquido e… puff! si sprigiona una nuvola di fumo bianco che rivela un gelato dalla consistenza setosa, che esalta i sapori delle materie prime perché i suoi cristalli sono 700 volte più piccoli rispetto alla mantecazione tradizionale.
Organico
Insieme a fosforo e potassio, l’azoto organico è un elemento fondamentale per rendere i terreni fertili. Da sostanza gassosa, l’azoto diventa organico, quindi adatto a concimare, grazie alla fissazione biologica che consiste nella riduzione dell’azoto molecolare presente nell’aria in azoto organico: pioggia e vento veicolano l’azoto presente nell’atmosfera, mentre i microrganismi azoto-fissatori lo catturano per trasferirlo alle piante che, in questo modo, crescono forti e rigogliose. Più semplicemente: le piante non possono alimentarsi direttamente dell’azoto nell’atmosfera, ma occorre un ulteriore passaggio per renderlo assimilabile dalle radici. Una pianta con poco azoto avrà colori sbiaditi e crescerà poco!
Gassoso,
Ecco il “padre” di tutti gli “azoti”. Se è vero che in un ambiente con solo azoto la vita diventa impossibile, è anche vero che allo stato gassoso preserva gli alimenti e li conserva nel tempo con semplicità ed eleganza.
Uno degli acronimi più diffusi nella filiera è MAP (Modified Atmosphere Packaging). Ma cosa significa confezionare un cibo con la tecnologia MAP? Abbiamo detto che se si toglie l’ossigeno e resta l’azoto, la vita muore, oppure si conserva integra e pura. Il vero nemico dei cibi e delle bevande, infatti, è l’ossigeno che ossida gli elementi e ne modifica le caratteristiche intrinseche. L’azoto, invece, è un gas incolore, inodore, insapore e, soprattutto, inerte. La sua riservatezza e discrezione gli consentono di interagire con prodotti assai diversi: dai legumi alle capsule del caffè, dalle insalate in busta al vino, l’azoto è il “principe azzurro” di tanti alimenti garantendone qualità e durabilità. Se è vero che un cibo sottovuoto resiste nel tempo perché privato del suo principale nemico, l’ossigeno, è altrettanto vero che questa tecnica di conservazione schiaccia il prodotto in uno spazio limitato, come i chicchi pressati dentro un pacchetto di riso. Con la MAP, grazie alla presenza dell’azoto, la confezione viene invece riempita di gas inerte e l’ossigeno è ridotto ai minimi termini. In questo caso l’ alimento si presenta integro e non pressato (per esempio gli affettati mantengono colori più freschi e porzioni meno aderenti tra loro). Tutto ciò rende l’alimento conservato con alte quantità di azoto più coerente con una cucina buona, sana e bella e, soprattutto, con un consumatore che ha fatto della lotta allo spreco alimentare un imperativo etico.
L’unico rischio di questa tecnologia è la storica necessità di immagazzinare il gas in bombole; ma torniamo alla scoperta che l’azoto può essere prodotto a km zero attraverso generatori che, grazie all’immissione di aria compressa pura assorbono l’ossigeno e gli altri gas, liberando azoto di altissima qualità, pronto per la filiera agroalimentare.
E allora, di fronte al ciclo dell’azoto e ai suoi innumerevoli utilizzi, come non citare nuovamente il grande Lavoisier? “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Flavio Merlo
flavio.merlo@unicatt.it